Ministro d’istruzione e merito

Enrico Viceconte
2 min readNov 9, 2022

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E’ arrivata nelle scuole italiane una circolare del “Ministro dell’Istruzione e Merito”. Scritto proprio così, invece di “Ministro dell’Istruzione e del Merito”, che, correttamente, ripete la preposizione articolata “del” prima di “merito”, come prescrive sia l’eufonia sia la grammatica quando si rischia, omettendo la preposizione, di perdere l’articolo, che è obbligatorio.

Un ministro dell’istruzione e DEL merito, Valditara, che è un e-merito somaro. Non per questo strafalcione fatto da qualche funzionario raccattato dal governo ma per i suoi scritti ridicoli sulla caduta dell’Impero Romano a causa degli immigrati. Ma se fosse solo un somaro (quasi come il Presidente della Camera) lo potremmo sopportare come si sopportano i somari in aula. E’invece intollerabile il contenuto della circolare che, nella forma della letterina agli studenti, invita a celebrare la giornata della libertà associata alla caduta del muro di Berlino. Non perché la giornata della libertà non vada celebrata ma perché la circolare è un temino da prima media (leggere per credere) in cui si invita caldamente i ragazzi e le ragazze (e immagino i professori) a condividere delle interpretazioni storiche sul comunismo che il nostro scolaro mediocre sintetizza in una frase rubata da Wikiquote. Scrive infatti lo scolaro poco meritevole (che forse vuole rifare il MinCulPop) : “E si rivela drammaticamente vera l’intuizione che Blaise Pascal aveva avuto due secoli e mezzo prima della rivoluzione russa: «L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi vuol fare l’angelo fa la bestia»”.

Lo studente, che unisce la sua mediocrità a una sconfinata presunzione, indica questa data come “importante occasione di ripensamento della storia” arrogandosi lo standing scientifico per poter avviare un nuovo corso (revisionista) della storiografia e si cimenta anche a fornire ai ragazzini una interpretazione dell’attualità: “Questa consapevolezza è ancora più attuale oggi, di fronte al risorgere di aggressive nostalgie dell’impero sovietico (sic) e alle nuove minacce pace la pace in Europa”. Non spiega, il ministro e-merito, se la nostalgia sia dell’impero o dei soviet, se sia cosa dei russi o anche degli studenti e professori della scuola italiana “dell’istruzione e merito”. Nella sua carta intestata sgrammaticata, il ministro sottintende che l’istruzione che ha in mente non sia più “pubblica”. Ma non ha mai spiegato il motivo per cui ha purgato di quella parola il nome del suo ministero che pure deve avere una finalità “pubblica” e ha un “pubblico” e degli stakeholder “pubblici”. Né mai ha spiegato perché si stia dedicando all’ istruzione e al merito (o come direbbe lui all’istruzione e merito) che sono, dal punto di vista logico due tipi logici diversi: un processo (istruzione) e una condizione (merito). Invito i docenti di ogni ordine e grado a mettere in bacheca la letterina del minestro a futura memoria di cosa significhi non avere alcun merito nell’occupare una posizione di responsabilità e di governo. Bocciato.

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